Arrivavo sempre un’ora prima e andavo ad appostarmi al secondo anello, in mezzo.
Due file sotto, sulla balaustra, vidi due ragazzi. Attaccò lui, mentre si preparava una sigaretta.
“Non devi dire così” disse. Con due dita teneva la cartina aperta. “Io credo che Max abbia delle grandi risorse, ma in questo momento ha bisogno di compatirsi.”
Con due dita teneva la cartina aperta e fra le labbra aveva un filtrino, fatto con il biglietto del tram. La ragazza guardò giù al campo verde. “Sì, forse hai ragione” disse e fece una smorfia. “Tutto questo darsi pensiero e chiedergli come sta non gli fa troppo bene.”
Lui teneva con due dita la cartina e aveva in bocca il filtrino e con gli occhi dava rapide occhiate alla maglietta di lei, annodata in vita.
“Esatto dico io, esatto.”
“Ma almeno tu che sei suo amico, parlagli, mi raccomando” fece lei, riavviandosi i capelli. “Non dobbiamo lasciarlo solo, lui ha moltissime risorse, ma non mi va che ora se ne stia tutto solo.”
Lui prese il tabacco dalla busta che teneva stretta al gomito.
“Esatto, dico io” con la mano mise il tabacco nella cartina. “Esattissimo.”
Lei si sporse un po’ dalla balaustra. “Poi magari” disse, mentre inarcava la schiena per riavviarsi i capelli, “mi vieni a dire come va. Non dovete farmi preoccupare.”
Lui piegò la cartina con l’indice e il pollice, leccò il lembo che avanzava e tornò a girarla con le dita, per chiuderla. “Esatto” fece, guardandola. “Sono pienamente d’accordo con te, ti dico.”
Il ragazzo con la maglia granata si accese la sigaretta, fece due tiri e passò la sigaretta alla ragazza con la stessa maglietta, annodata in vita.
Prima che arrivasse troppa gente mi spostai qualche fila più in su.
Paolo Battaglino
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