La notte chiama gli animali per le strade. Sulla Triumph il cambio mi scivola di mano. All’angolo fra Mohawk e Reservoir un coyote scheletrico setaccia il contenuto di un cassonetto. Sugli editoriali del giornale di quartiere i coyote sono sempre descritti come una seccatura. Nel folclore sono spesso dipinti come figure ingannatrici: quando ne appare uno, qualcosa di interessante sta per accadere. Di solito si muove storto, ma è meglio che filare dritti: guarda come guidano i poliziotti.
Sono fermo al semaforo e osservo il coyote lappare birra residua nel cassonetto. Ammiro un coyote che beve. Lo approvo con un breve colpo di clacson. Il coyote mi guarda con occhi accesi. Io guardo il coyote. E per una frazione di secondo capiamo tutto quello che c’è da capire, ci capiamo l’un l’altro. Niente dura. La luce diventa verde.
Ryan Ridge
traduzione di Andrea Gatti
è capitata la stessa cosa anche a me, qualche sera fa. ero sulla mia Panda all’angolo tra via Persichetti e il bar di Beppe quando ho visto una nutria obesa rovistare in un cassonetto e lappare lambrusco residuo da una bottiglia. ci siamo guardati negli occhi, ma era buio e l’unica cosa che abbiamo capito è stata che non eravamo i personaggi di un racconto.
: )))
"Mi piace""Mi piace"
C’è un poeta americano che si chiamava James Koller che ha scritto molte poesie sui coyote, Siccome è un poeta che amo molto mi sono simpatici anche i coyote…Comunque questo racconto mi è piaciuto davvero molto; adesso vado a vedere chi è questo Ryan Ridge
"Mi piace"Piace a 1 persona