Adesso mi sono proprio stracciato i maroni, disse tra sé il riccio scontroso.
Adesso mi chiudo a me stesso, disse chiudendosi a riccio, me ne vado in letargo e non voglio veder più nessuno.
Fu svegliato qualche ora dopo da un fruscio.
Chi è là?, disse.
Sono una biscia, rispose la biscia, non vedi?
Non ti vedo no, son chiuso a me stesso… E che fai, biscia?
Striscio.
Per dove?
Sto andando alla pozza a bere.
Il riccio da chiuso si teneva un gran caldo, e a sentire nominare la pozza si rese conto di aver sete anche lui.
Senti un po’, disse, hai mica voglia di portarmi un po’ d’acqua?
Te la porterei volentieri, rispose la biscia, ma mi viene difficile, non c’ho né zampe né niente. Se vuoi però si potrebbe strisciare insieme alla pozza, e lì di acqua ce n’è quanta ne vuoi…
Non se ne parla, disse il riccio, sono di malumore e non ho voglia di veder nessuno.
Come vuoi, disse la biscia. Allora arrivederci.
’spetta un momento, ’spetta, disse il riccio. Potresti almeno dirmi dov’è la pozza, così più tardi ci vado anche io?
Certo che sei un bel tipo, rispose la biscia. Non vuoi vedere nessuno ma continui a chiedere favori… Comunque, per la pozza vai dritto fino all’albero, poi…
Dritto dove?
Dritto di là, ti ho detto.
Ma non riesco a vedere per dove, sono chiuso!
E allora apriti un attimo che ti linguo la direzione, poi ti richiudi e fai quel che vuoi!
Ti ho già spiegato che son di malumore e non voglio veder nessuno, ma che sei sorda?
Sai che c’è?, disse la biscia strisciando via, tieniti la sete e affari tuoi.
Arrivata alla pozza la biscia iniziò e bere, ma tale era il nervoso per i modi sgarbati del riccio che le era passata la sete.
Strisciò fino a un cumulo di sassi, ci si arrotolò sotto.
Adesso mi son proprio stracciata le ovaie, disse tra sé la biscia scontrosa, me ne vado in letargo e non voglio vedere più nessuno.
Michele Orti Manara
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