dal trampolino

Elvis Malaj: Dal tuo terrazzo si vede casa mia

Elvis Malaj, nato in Albania e trasferitosi in Italia a quindici anni, ha da poco esordito con la raccolta di racconti Dal tuo terrazzo si vede casa mia, Racconti edizioni. Un duplice esordio: Malaj è il primo italiano pubblicato dalla giovanissima casa editrice romana.
Sembra un paradosso, ma basta leggere le prime pagine di questo libro per rendersi conto che non poteva essere altrimenti: Dal tuo terrazzo si vede casa mia è qualcosa di diverso da tutto quello che siamo abituati a leggere.
I racconti di Malaj (tra questi Il televisore, apparso su effe), parlano di personaggi alle prese con le loro prime volte, con le prime esperienze, personaggi che attraversano quel periodo in cui ci si sente sempre un po’ divisi a metà, incompleti. Malaj mescola sullo sfondo i luoghi della sua vita, l’Albania e l’Italia, così diverse, così lontane. Con una scrittura semplice e soprattutto sincera, Malaj ci mostra personaggi che cercano di colmare distanze geografiche o interiori, quelle percepite verso gli altri, quelle più difficili da accorciare. Ma alla fine si rimane sempre un po’ incompleti, un po’ soli.

“Mentre lasciavamo il tavolo, alle nostre spalle ci ha raggiunto una voce. Era il ragazzo di prima. […]. Aveva detto «albanese di merda!». Giorgia è scoppiata a ridere e un po’, sinceramente, anch’io. Da quand’è che non me lo dicevano? Saranno stati dieci anni fa, quando andavo ancora a scuola ed ero appena arrivato in Italia, quando ero quello diverso, quello spaesato che non parlava bene l’italiano e usava la parola «cazzo» per esprimere tutti gli stati emotivi. Quando ero quello che cercava di adattarsi e faceva finta di capire anche quando non capiva, e rideva alle battute anche quando non c’era niente da ridere.”
(“Vorrei essere albanese”, Dal tuo terrazzo si vede casa mia)

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A che età hai cominciato a scrivere? Come ti sei avvicinato alla scrittura?

Intorno ai venti. La scrittura per me è stata un bisogno, era l’unica cosa che dava una parvenza di senso a ciò che stavo facendo.

Perché secondo te in Italia i racconti non vendono e, generalmente, non sono visti di buon occhio?

Rispondo a questa domanda cancellando dalla stessa “in Italia”. Non vendono e non sono visti di buon occhio perché non si prestano alla funzione di letteratura di intrattenimento o di evasione. Un racconto si consuma in una seduta di lettura e lì finisce tutto, non ti dà neanche il tempo di evadere. Il romanzo invece lo puoi chiudere e sai che puoi ritornarci, dà sicurezza, non ti fa soffrire la sindrome dell’abbandono. Il pubblico è stato abituato in questo modo e quindi l’esperienza del racconto, invece di un piacere breve e intenso, lo vive come un’eiaculazione precoce.

Sei uno scrittore di racconti ma hai scritto anche un romanzo. Cosa hanno i racconti, secondo te, che una forma più lunga di narrativa non ha?

I racconti hanno l’immediatezza, il non girarci attorno, il fatto che quando cominci il prossimo puoi aspettarti qualsiasi cosa. C’è un ritmo diverso. Anche se, dalla mia esperienza di lettore, ho notato che quando gli scrittori hanno una bella idea non lo sprecano per un racconto, ne fanno un romanzo. Pertanto ci troviamo nella situazione dove tutti si lamentano che i racconti sono sottovalutati, ma allo stesso tempo tutti continuano a sottovalutarli, a partire dagli scrittori stessi.

A proposito… possiamo sapere in anteprima di cosa parla il tuo primo romanzo “Il mare è rotondo”?

È ambientato in Albania. Parla di questo ragazzo albanese che vuole venire in Italia, non si ricorda più neanche il perché, il come e il quando l’ha deciso, lui vuole venire in Italia punto e basta. E alla fine, almeno in un certo senso, ce la fa.

Com’è nato Dal tuo terrazzo si vede casa mia? Hai trovato prima un tema su cui sviluppare le varie storie o è emerso durante la scrittura dei racconti?

È nato dall’insistenza di quelli di Racconti Edizioni. Non c’è nessun tema, mi hanno semplicemente chiesto di scrivere le mie storie.

C’è un consiglio che ti senti di dare agli scrittori di racconti?

Non penso che esista questa categoria, esistono gli scrittori e basta. Il consiglio che do è di leggere molta poesia. Il leggere poesia è una cosa che gli scrittori sottovalutano molto. L’altro consiglio che do è di scrivere già il discorso che pronunceranno quando andranno a Stoccolma a ritirare il premio Nobel per la letteratura. Non si sa mai, meglio essere preparati.

Ti andrebbe di scrivere una six word story improvvisata per noi?

Sogno albanese: ha pi rri qi.¹

¹Ndr: mangia bevi ozia scopa

                                                                                                                                         La redazione

2 pensieri su “Elvis Malaj: Dal tuo terrazzo si vede casa mia”

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