Se ti incontrassi per caso, una sera, un aperitivo sul mare, una festa, un compleanno, un matrimonio di amici comuni – ormai abbiamo l’età – se capitasse, mi piacerebbe riuscire a guadarti negli occhi con uno sguardo saldo e profondo che non mi hai mai visto, e chiederti una cosa.
Perché mentre ero appoggiata alla tua spalla, sul sedile di fianco al tuo a bordo dello shuttle per l’aeroporto De Gaulle, Parigi, dieci anni fa, e fingevo di dormire, io l’ho sentita la cauta e circospetta dolcezza della tua testa che si appoggiava sulla mia. E se ti incontrassi ora, a distanza di anni, vorrei chiedertelo e sapere se, magari, non fosse stato solo un colpo di sonno.
Alessandra Chiappori
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