3cento

La festa

La sveglia suona dopo due ore di sonno imperfetto e Camilla le si para davanti, euforica. “Tanti auguri a me!” canticchia a un palmo dal suo naso, saltandole sulla pancia col sedere.
“Quando arriva papà?”
Una stilettata in pieno petto avvia il rewind degli ultimi mesi.

Lui era furbo. Mai una prova da mostrare. Mai un livido da coprire col fondotinta. Sensi di colpa come strumenti di tortura.
Voleva farla impazzire e probabilmente ci sarebbe riuscito se non ci fosse stata Camilla.

Avverte gli sguardi diffidenti degli invitati serpeggiare nella sala. Scrutano lei e poi lui – bello, elegante e sorridente come un attore sul red carpet – chiedendosi sottovoce se sia tutto vero. La conta dei perplessi sopraccigli alzati depone in suo sfavore.
A distrarla, il richiamo di Camilla: “Voglio una foto con mamma e papà”.
Incitato da alcuni presenti lui le si avvicina, sembra volerla abbracciare per lasciare alla bambina un ultimo ricordo felice. Un ultimo ricordo tutti insieme. Si volta verso di lei, la guarda, avvicina la bocca al suo orecchio e, continuando a sorridere, le dice: “Tanto ti ammazzo”.
Intorno risate, canti di auguri, mamme, bambini, parenti festanti. E poi lei, pietrificata dal suo sguardo.
Camilla corre verso la zia per vedere nel piccolo schermo la foto appena scattata. Una smorfia delusa e poi il rimprovero.
“Mamma, non hai sorriso, la foto è brutta!”
“Scusa” riesce a sussurrare lei.

                                                                                                                              Cristina Pontisso

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